Scritto da Giovanni Defrancisci.

              
 

Da pochissimo tempo siamo finalmente riusciti ad entrare in possesso di una interessantissima scatola di produzione S.M.I. (Società Metallurgica Italiana).
Ad un primo, esame balza agli occhi il fatto di trovarsi di fronte ad un pezzo "atipico" che presenta diverse "anomalie"

Ma andiamo per gradi...

                

                 1                                                                 2                                                                  3            

Negli anni '30 del secolo scorso si ebbe una rapida evoluzione delle confezioni prodotte dalla S.M.I. 

Nel 1936 avvenne un primo cambiamento dalla tipica scatola come nell'esempio n° 1 ad un impostazione delle scritte più pulita e lineare, come nel secondo esempio (2), nella quale appariva inoltre una specificazione più precisa del tipo di polvere adottata. Successivamente, sicuramente nel 1939 come esemplificato dall'esemplare 3, si ebbe un ulteriore "evoluzione" con il passaggio dalle etichette applicate alla stampa diretta sulla scatola.
 
               
                 4                                                                 5                                                                  6           

Siamo altrettanto  sicuri che almeno nel 1941 (4) le scritte presenti sulla confezione divengono più pulite e lineari e scompare la specificazione riguardante la polvere. Ulteriore cambiamento nel 1942 anno in cui le scritte godono di un ulteriore semplificazione (5).

 
   

Arriviamo quindi all'esemplare in questione: la prima "anomalia" che balza agli occhi è il ritorno all'utilizzo di un etichetta incollata, anche se ho forti dubbi sul fatto che si tratti di una scatola di produzione standard. A mio modesto avviso ci troviamo di fronte ad una realizzazione ad hoc, intanto le scritte sono composte in modo sicuramente anomalo . A questo punto va fatta notare la " cosa " più interessante e cioè la scritta "Messe in caricatori a Lochi...".

Con molta probabilità la parola "Lochi" essendo scritta in maiuscolo identifica una località. Purtroppo dopo una prima ricerca effettuata l'unica località che risulta possedere tale nome si trova nel territorio di Gorfigliano, un piccolo centro abitato della provincia di Lucca, frazione del comune di Minucciano. Ad oggi non è dato sapere se in tale località fosse situata una sede, un laboratorio o semplicemente un sub fornitore della S.M.I.

La località si trova tra i monti della Garfagnana in posizione decentrata rispetto a Campo Tizzoro, cosa questa che farebbe pensare a una posizione difficilmente individuabile. Purtroppo come spesso accade nel nostro settore restiamo in attesa di notizie più precise.

Per quanto riguarda il materiale contenuto, non esistono certezze in quanto viene descritto come "Caricatori in ferro cromato" e cartucce con "Bossolo in acciaio" mentre, a quanto ho saputo, purtroppo la confezione era aperta, non è certo quindi che le munizioni in esse erano contenute, fossero le originali.

Nei fatti si trattava di cartucce del Pirotecnico di Capua marchiate "C.A C-41" con bossolo in ottone mentre le piastrine, marchiate SMI *27, erano in ottone.

Se da un lato il fatto che le tre piastrine fossero identiche tra loro, come tutte le cartucce, potrebbe stare a indicare un ri-confezionamento con materiale del Pirotecnico di Capua, dall'altro nessuno dei due corrisponde con la descrizione posta sull'etichetta.

Riguardo la data non è chiaro se la scritta "4-1943" si riferisca al mese di produzione o al lotto.

Nel caso di ri-confezionamento potrebbe trattarsi del 4 lotto post 8 settembre ma la cosa non può essere confermata, come invece accade nel caso della produzione del Pirotecnico di Bologna sulle cui scatole fu tolta la dicitura "Regio".

 

 

Anche la scatola pare essere non di produzione standard ma piuttosto una versione di emergenza  o adattata.

Se da un lato l'interno, le parti laterali e la parte superiore sono nello standard dell'azienda, la parte inferiore è decisamente fuori dallo stesso in quanto presenta delle graffettature di chiusura atipiche che testimoniano una tipologia di costruzione anomala.

Lo stesso dicasi della fettuccia che appare decisamente diversa da quella adottata nei normali capitolati tipici dell'azienda, questo in quanto appare decisamente più "leggera" in quanto a consistenza a e resistenza.
Speriamo di riuscire ad approfondire il mistero quanto prima...